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Cronache di NUOVA MEMORIA ( I I I )

Antonella, Commerciante di Pero, Novembre 2020

1. Presentati: Chi sei e cosa fai nella vita?

Ciao, sono Antonella, sono nata a Rho e vivo a Pero, sono mamma di Leyla, 13 anni e sono una Parrucchiera. A Pero, in via Sempione ho un negozio di acconciature. 2. Se dico pandemia qual è il primo pensiero che ti viene in mente?

Paura. Questa Pandemia ha stravolto le nostre vite, a livello globale.


3. Avevi mai sentito parlare di pandemia prima di dover affrontare questa? Quando ero piccola sentivo i miei nonni raccontare della malaria, ma la vedevo come un racconto passato, una cosa molto lontana da me.


4. Avresti mai pensato di doverne affrontare una?

Onestamente no, non avrei mai creduto di doverne affrontare una, se mi avessero detto, qualche anno fa, che nel 2020 ci sarebbe stata una pandemia che avrebbe stravolto la vita di tutti non ci avrei creduto.


5. Come sono cambiati la tua vita e il tuo lavoro dalla scoperta del primo caso ad oggi?


È cambiato molto, nessuno era pronto a tutto quello che stiamo vivendo. Il sentimento che provo più spesso è la paura, soprattutto perché essendo mamma, come ogni genitore il primo pensiero va sempre ai figli, è inevitabile. Come commerciante poi ho vissuto un momento di smarrimento, la pandemia ha portato noi commercianti e tutti i lavoratori ad affrontare grandi sacrifici, sempre con la paura di non sapere cosa il futuro ci stava e ci sta riservando, abbiamo dovuto tirarci su le maniche e vivere la giornata, senza pensare al domani.

6. Come sono cambiati la tua vita, il tuo lavoro e le tue abitudini?

Come primo pensiero mi viene sempre in mente la paura, la cosa più importante che ho capito in questo periodo è che ci sono cose primarie, che spesso diamo per scontate a cui ho imparato a dare la giusta importanza rispetto ad altre più superflue. In questo momento la cosa più importante è uscire vivi da questo momento, un po’ ammaccati, ma vivi.

Essere commerciante in questo particolare momento storico è difficile, i guadagni ovviamente sono cambiati, ma l’importante ora è trovare la forza di rialzarci, pian piano, il resto poi verrà da sè.


7. Quale è stata la cosa più difficile da affrontare?

Come mamma sono dispiaciuta per il tempo rubato ai nostri figli, per gli abbracci negati, e le occasioni di socializzare perse. La didattica a distanza, l’impossibilità di praticare sport, di vedere gli amici, sono tutte piccole cose che davamo per scontato e che oggi che sono impossibili abbiamo capito che erano davvero preziose. Come commerciante invece, dopo esserci fermati durante il primo lockdown, è stato difficile trovare la forza di riprendere, non solo a livello economico, perché è mancata e manca tuttora la serenità che avevamo prima nello svolgere il nostro lavoro.


8. Come hai dovuto affrontare, come commerciante, la pandemia?

Dopo la chiusura e il primo lockdown, per riaprire il negozio ho dovuto affrontare molte spese, soprattutto per acquistare tutto il materiale monouso necessario per lavorare ed accogliere i clienti in sicurezza. Abbiamo imparato ad usare procedure nuove, oltre all’utilizzo di mascherine e igienizzanti, ad ogni ingresso misuriamo la temperatura, raccogliamo gli oggetti personali del cliente in una busta, gli facciamo indossare un camice monouso, sterilizziamo gli strumenti e sanifichiamo le postazioni. In questa seconda ondata e con questo secondo lockdown avrei preferito rimanere chiusa e magari ricevere qualche aiuto dallo stato. Nonostante lavorare in tutta sicurezza ci renda più sereni, a livello economico per noi non è vantaggioso, le uscite sono sempre maggiori delle entrate.

10. Cosa vorresti dire a qualcuno che non crede all’esistenza del COVID (i cosiddetti negazionisti)?

Per prima cosa li manderei a quel paese, poi direi solo che sono persone che hanno avuto la fortuna di non averlo vissuto da vicino. Io ho visto e sentito storie dei miei clienti, che lasciano senza parole, persone che il virus l’hanno preso, che sono state intubate o ricoverate per diverso tempo, persone che sono state in isolamento, non si può dire che questo virus non esiste o non è pericoloso.

11. Ci puoi lasciare, se lo hai, un messaggio di speranza per il futuro?

In questo periodo è difficile essere ottimisti e pensare a qualcosa di positivo. Secondo me passerà ancora molto tempo prima di poter tornare a vivere serenamente, rimarrà sempre un po’ di paura, ma prima o poi torneremo a fidarci gli uni degli altri. Mi viene in mente il detto “dietro una tempesta c’è sempre un sole che aspetta.”, dobbiamo avere pazienza, la tempesta passerà e il sole tornerà a splendere.


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