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Cronache di NUOVA MEMORIA ( I )

Volontario associazione ASTRA SOCCORSO, Pero, novembre 2020

1. Presentati


Ciao, sono un ragazzo oppure sono una ragazza, non importa (preferisco rimanere anonimo/a) come tanti, da quasi 10 anni svolgo volontariato come soccorritore di ambulanza presso Astra Soccorso Pero.


2. Se dico pandemia qual è il primo pensiero che ti viene in mente?


La pandemia è stata l’esplosione di una bomba, un avvenimento talmente inaspettato e così dirompente che ha travolto la vita di tutti e sicuramente ci ha cambiato; pur non avendo vissuto la malattia sulla pelle, ha comunque stravolto la vita di tutti i giorni.


3. Avevi mai sentito parlare di pandemia prima di dover affrontare questa?


Avevo visto un documentario, ma non avrei mai immaginato che gli effetti si sarebbero palesati così senza alcun preavviso.


4. Avresti mai pensato di doverne affrontare una?


Beh come già detto rispondendo alla domanda precedente, avendo visto un documentario e pensavo potesse essere una remota possibilità, ma non me l’aspettavo.


5. Ci puoi raccontare un caso particolare che hai vissuto come volontario?


Casi particolari riferiti alla pandemia non ce ne sono, è un evento a cui tutti siamo talmente impreparati che ogni paziente, e le persone in generale, reagiscono in modo diverso. Sicuramente quello che mi ha colpito tra i pazienti a cui ho prestato soccorso è stata la loro paura di dover andare in ospedale, da soli, senza poter vedere i loro cari e con la paura di non tornare casa e allo stesso tempo l’angoscia dei parenti, figli, fratelli, genitori di non poterli assistere. Penso sia stata per loro un’agonia, una lunga attesa straziante e purtroppo non per tutti sono arrivate buone notizie alla fine.


6. Come sono cambiati e come stanno cambiando la tua vita e il tuo servizio rispetto a prima della pandemia?


Ci siamo tutti ritrovati in associazione, dall’oggi al domani, a dover gestire una cosa più grande di noi. Riorganizzarci, rivedere turni, essere ancora più presenti. Vorrei far notare che in Italia la maggior parte delle associazioni di ambulanze sopravvive grazie al lavoro di volontari, non pagati. Ecco che molti ragazzi si sono impegnati giorno e notte, hanno sentito il dovere di esserci ancora più di prima, con più difficoltà: mettere sopra la divisa un’altra tuta, coprirsi dalla testa ai piedi, e fare ore intere vestiti da palombari e soccorrere diventa come correre con una palla attaccata al piede. E non c’era solo COVID, i media parlano solo di quello, ma tutte le altre patologie non sono scomparse, per cui immaginate come potrebbe essere effettuare un massaggio cardiaco, ad un paziente in arresto cardiaco, che potrebbe anche essere positivo al Covid, completamente bardati, con gli occhiali che si appannano.. Ci vuole una grande forza d’animo. L’indossare la tuta di protezione è il fattore più evidente, ma pensate che le direttive cambiano ogni giorno, perché quello che stiamo affrontando è un nemico sconosciuto. Pensate poi al convivere con la paura che ogni contatto con un qualsiasi paziente potrebbe voler dire portare a casa il Virus e magari trasmetterlo ai nostri cari.

7. Qual è stato l’evento che più ti ha cambiato, se c’è stato?


Non ce l’ho.


8. Cosa vorresti dire a qualcuno che non crede all’esistenza del COVID (i cosiddetti negazionisti)?


Sono persone fortunate, ma anche sfortunate. Alcune di loro sicuramente hanno vissuto solamente gli effetti collaterali e marginali della pandemia: la crisi economica, il radicale cambiamento della vita quotidiana. Hanno avuto (per ora) la fortuna di non aver visto il mostro negli occhi.

Sarebbe facile insultarli, ma non c’è tempo da perdere con queste persone. Usiamo le energie facendo del bene, non sprechiamole in chiacchiere che non fanno altro che alimentare ansie e nervosismo.


9. Ci puoi lasciare un messaggio di speranza per il futuro?


Direi che siamo già noi un bel messaggio di speranza: I VOLONTARI.

Ma ci terrei ad aggiungere qualcosa in più, perché un altro effetto collaterale che la pandemia ha generato è l’aver accentuato il senso di solitudine in molte persone.

“Avere fede non significa non avere momenti difficili, ma avere la forza di affrontarli sapendo che non siamo soli” Papa Francesco.

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